La situazione attuale invita tutti ad una profonda riflessione, se vogliamo dare un senso a quello che stiamo vivendo.

Emergenza pandemica.

Nell’arco di poche settimane sono avvenuti tanti eventi che stanno stravolgendo la vita di ognuno di noi, tante persone stanno soffrendo tra la vita e la morte, altre non ce l’hanno fatta, e altre sono in preda alla paura di potere essere contagiate dal Covid-19.

Vi sono alcune regioni, come la Lombardia, che stanno pagando un prezzo elevatissimo.

Vi sono ammalati che vengono trasferiti in altre regioni o Paesi, perché non vi sono più posti letto nelle terapie intensive degli ospedali della propria regione.

Sembra che dopo i drastici provvedimenti presi dal Governo, al Nord la curva dei nuovi contagiati si stia stabilizzando, ma ancora nessuno sa quando usciremo da questa situazione inimmaginabile.

Un “semplice” virus sta paralizzando il Mondo, bloccando ed isolando a casa miliardi di persone, privandoci della libertà.

Questo virus ha annullato le distanze e le differenze sociali, un flagello di fronte al quale abbiamo dimostrato di essere impreparati.

Come non pensare a “La peste” di Albert Camus?

Alcune delle figure presenti in questa opera come Michel, Rieux, Castel, Rambert, Tarrou, possono rappresentare molti di noi.

Mi piace ricordare Rieux quando dice che “negli uomini ci sono più cose da ammirare che da disprezzare”.

Alla fine, ce la faremo ad uscire da questa emergenza pandemica che ha modificato le relazioni, la vita sociale e culturale, l’economia ed il diritto, incidendo sulla vita di tutti noi, lasciando il segno.

Da una situazione drammatica, un’opportunità.

Ricordiamoci che, dopo la famosa “peste nera”, una pandemia sorta nel 1346 in Cina e giunta in Italia nel 1348, nacque addirittura una nuova visione del mondo, chiamata umanesimo, in cui l’arte, la cultura, l’architettura, la letteratura e l’economia ebbero un periodo felicissimo.

In questi giorni l’Ue si è impegnata a fare qualsiasi cosa sia necessaria per sostenere gli Stati dell’Unione e l’economia europea.

Le Banche centrali stanno immettendo nel sistema una quantità di liquidità, fenomeno mai avvenuto prima.

L’Ue ha sospeso il Patto di Stabilità, inoltre è possibile che si faccia ricorso al fondo salva-Stati(MES).

I Governi, ha detto Ursula Von Der Leyen, Presidente della Commissione europea, potranno ora “pompare nel sistema denaro finchè serve”.

È auspicabile che il Governo metta in atto delle riforme fiscali per contribuire alla ripartenza dell’economia.

Solo se i soldi, velocemente e direttamente, arriveranno alle imprese ed alle famiglie, essi raggiungeranno l’obiettivo di fare ripartire l’economia.

Intravedo tre opportunità per:

• Ue
• Italia
• Investitori

Per quanto attiene alla prima, è arrivato il momento che l’Ue faccia un passo avanti attraverso una risposta coordinata che possa portare sempre di più ad un Europa federale sul modello degli Stati Uniti d’America, mettendo da parte i sovranismi e rivedendo il Trattato di Maastricht, invece attualmente l’Ue opera attraverso un sistema ibrido tra l’intergovernativo ed il sovranazionale.

Un’Europa da rifondare che crei, ad esempio, le stesse situazioni fiscali e le stesse dinamiche del lavoro.

L’Europa della civiltà e della solidarietà dei padri fondatori è importante che illumini gli attuali leader, al fine di darsi supporto l’un l’altro.

La seconda opportunità, è possibile riscontrarla nella nostra amata Italia.

Prima della situazione attuale l’Italia giaceva in una situazione di crisi economica oramai pluriennale, con una crescita del PIL di 0,1, deficit alle stelle e rapporto debito/pil al 131%.

Siamo fra i Paesi dove la burocrazia, i tempi della giustizia e l’imposizione fiscale sono tre dei fattori che fanno scappare tutti gli investitori esteri. Rappresentano il collo di bottiglia della nostra economia, che impediscono agli imprenditori di lanciarsi in nuovi progetti imprenditoriali per cogliere le sfide che la competizione mondiale ci pone.

Inoltre è necessario reinvestire nel sistema sanitario che in questi anni è stato abbandonato a causa dell’austerità.

Se avessimo avuto un sistema sanitario efficiente, con un numero di posti letto di terapia intensiva come in Germania, e con le protezioni adeguate, non sarebbero decedute molte persone.

È necessario investire nelle infrastrutture, anch’esse abbandonate da anni alle semplici opere di ordinaria amministrazione.

Infrastrutture pensate e realizzate per un traffico di persone e merci diverso dall’attuale, ma fondamentali per rilanciare la nostra prima “industria” che è il turismo.

È necessario investire nell’istruzione e nella ricerca, se si desidera avere una classe dirigente adeguata ai nostri antenati.

Inoltre è necessario investire nello sviluppo della tecnologia, al fine di velocizzare i processi, e fornire servizi in tempo reale, per competere con gli altri Paesi.

La terza opportunità la penso rivolta agli investitori.

I prezzi attuali scontano già una recessione, per un investitore di medio/lungo periodo è una grande opportunità, perché dopo ogni crisi vi è stata sempre una ripresa vigorosa dei mercati finanziari.

L’economia ripartirà e con essa le quotazioni, senza dimenticare che i tassi di interesse sono e resteranno bassi, e questo favorirà gli investimenti azionari.

Oggi più che mai è importante vincere la paura, perché dopo ogni notte c’è un’alba ed il sole che risorge.

I valori di una volta, ma con meccanismi nuovi.

Dopo una grave crisi serve un momento di riflessione prima di una nuova crescita.

Da questa esperienza dobbiamo venirne fuori essendo persone migliori, non solamente in questo momento, ma soprattutto nei mesi e negli anni futuri.

Inoltre occorre mettere in campo meccanismi nuovi che permettano la realizzazione di opere in tempi certi e senza che i soldi si disperdano in mille rivoli, e senza mai raggiungere l’obiettivo per il quale sono stati destinati.

I valori e l’etica dei nostri predecessori, i quali hanno rifondato il nostro Paese, quando è finita la guerra, devono guidarci a fare rinascere il nostro Paese.

Le competenze e l’impegno, insieme alla forza morale sono imprescindibili per costruire e ricostruire l’Italia.

Abbiamo bisogno di uomini di cultura, che sappiano coltivare il senso dello Stato e il senso del bene comune.

Abbiamo bisogno di leader che con la loro autorevolezza rendano credibile il progetto di rinascita.

Questa esperienza ci sta insegnando che i sentimenti di vicinanza e collaborazione sono fondamentali per uscire da un momento difficile, ma dovranno durare nel tempo, perché sono energia per una vita, nella quale tutti condividiamo un pezzo di questo pianeta.

Desidero concludere questo mio articolo con tre domande:

• Saremo capaci di cogliere l’opportunità senza rimanere ostaggio dei meccanismi del passato?
• Riusciremo a spendere tutti i soldi disponibili attraverso investimenti che rilancino il Paese?
• Siamo pronti ad un cambiamento all’insegna dei valori e dell’etica che ci hanno insegnato i nostri avi?

In queste settimane, a tutti noi sta mancando un abbraccio, un contatto umano, una stretta di mano.

Ci stiamo rendendo conto dell’importanza di questi gesti che ci permettono di comunicare in maniera efficace i sentimenti che custodiamo.

Nelle situazioni estreme, direbbe Feyerabend:

ciascuno scopre anche il proprio potenziale, nascosto nelle vicende della normalità di tutti giorni.

Siamo entrati dentro un tunnel dal quale oggi si intravede la luce, sta a noi mostrare il coraggio di volerne uscire velocemente.

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