Il titolo ricorda la scena del film “Totò, Peppino e la Malafemmina” nella quale i due protagonisti, davanti al Duomo di Milano, chiedono ad un vigile informazioni: “Per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare?”.
La pandemia e la guerra Russia-Ucraina sono stati due shock che hanno causato incertezza e che tutt’ora la provocano, disorientando molte volte le scelte da effettuare per raggiungere gli obiettivi determinati.
Le imprese che hanno dimostrato flessibilità e capacità di dialogare maggiormente con i partner e con gli stakeholder, sono state quelle che hanno dimostrato reattività, avendo avuto il coraggio di prendere decisioni. Queste imprese sono quelle che hanno compreso che da una difficoltà è possibile creare opportunità. Molte di esse hanno migliorato il servizio per essere più competitive e si sono innovate attraverso nuovi investimenti. Investimenti che hanno coinvolto la gestione e la formazione dei collaboratori, per stimolare la partecipazione nelle scelte da fare, al fine di valorizzare e fidelizzare il capitale umano.
Con il Covid -19 vi è stata una importante riflessione da parte di molte imprese sull’opportunità di attuare un cambiamento, attraverso il processo di reshoring, cioè di riportare all’interno dell’impresa quello che in questi anni con la globalizzazione è stato delocalizzato. La motivazione è stata guidata da molteplici motivi. Il primo riguarda l’impossibilità di controllare il processo produttivo con la conseguenza di una carenza di materiali provenienti dagli stabilimenti localizzati in altre aree, il secondo riguarda l’aumento del costo dei trasporti, a cui è possibile ovviare attraverso il reshoring, garantendo maggiore agilità ed efficienze operative.
Un altro aspetto che la velocità del cambiamento ha imposto è stata l’importanza di attrarre talenti, dando ascolto alle diversità, oltre che all’inclusività, che sono un’opportunità di ricchezza e di innovazione, dimostrando anche un’attenzione per la coesione sociale.
Sicuramente la transizione digitale è e sarà sempre più determinante, perchè contribuisce in un “mondo veloce”, attraverso la mole dei dati che elabora e che può fornire, a velocizzare il processo decisionale.
La sfida del futuro, allora, è valorizzare il passato senza copiare la storia, ma scrivendo una storia per il futuro facendosi guidare dall’heritage, dall’orgoglio dell’appartenenza e dall’innovazione, con un’attenzione particolare alla persona e generando un impatto positivo sull’ambiente, al fine di restare imprese competitive e sostenibili.
Lo sviluppo del nostro Paese non può che passare dalle imprese che rappresentano il “lievito sociale” e che attraverso i valori che sono in grado di simboleggiare, incidono nella Società e diventano competitive in un contesto altamente concorrenziale, riuscendo a coniugare armonia e risultati.
A questo punto la domanda sorge spontanea, allora per andare, dove dobbiamo andare?
La direzione è una sola: ricordare la storia, valorizzare la tradizione ed investire nell’innovazione, coinvolgendo i talenti e guidati dall’ottimismo e dal coraggio che sono gli elementi che contraddistinguono un imprenditore di successo, per scrivere la nuova storia del futuro!
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