Pianificare il patrimonio finanziario – Sergio Malizia
Il Consulente per definire l’asset allocation strategica dell’asset liquido del patrimonio di un Cliente private, dopo avere fatto l’analisi dei bisogni e condiviso rischi e obiettivi, è importante che conosca bene gli strumenti e le dinamiche del portafoglio consolidato, affinchè le scelte di investimento siano coerenti con la strategia del Cliente. Il portafoglio consolidato è costituito da tutti gli asset patrimoniali, di cui la liquidità è una parte, in alcuni casi predominante, invece in altri casi minoritaria.
Rispetto ad altri asset la parte liquida ha due caratteristiche, prezzo certo e realizzo immediato.
Fanno eccezione solamente alcune operazioni, come ad esempio il private equity. L’asset liquido è costituito da obbligazioni, azioni, cash, alternativi, fondi, certificati, etf, ecc. Tutti gli asset quotati sui mercati regolamentati sono liquidi, invece gli asset quotati sui mercati non regolamentati sono poco liquidi.
E’ importante definire un benchmark per permettere un monitoraggio al fine di verificare over o under performance e comprendere in entrambi i casi le motivazioni. Un altro aspetto da valutare è il costo della gestione, comprendendo le singole voci, perché anche il Ter(Total expense ratio) impatta sul rischio.
Nella costituzione di un asset è importante ottimizzare il rischio/rendimento del portafoglio consolidato, fare fronte ad improvvise opportunità/crisi al fine di prevedere flussi di cassa nel breve periodo.
Il concetto di rischio- rendimento è molto diverso se uno cambia l’orizzonte temporale da breve termine(12 mesi) al lungo termine(5-10 anni).
La pazienza è essenziale, insieme alla capacità di non farsi coinvolgere emotivamente in relazione all’andamento dei mercati finanziari. Molte volte vi sono alcuni clienti che diventano euforici quando i mercati sono ai massimi, chiedendo di acquistare, e depressi nel momento in cui i mercati toccano i minimi, chiedendo di vendere. Il Consulente in questi momenti è chiamato a offrire il valore aggiunto, invitando il Cliente ad acquistare quando i mercati sono scesi molto(nessuno conosce i minimi), ed invitando il Cliente ad alleggerire quando i mercati hanno corso molto(nessuno conosce i massimi). Se il Cliente dovesse acquistare ai massimi e vendere ai minimi, il Consulente dimostrerebbe di essere un pessimo professionista che subisce l’emotività del mercato, inoltre dimostrerebbe di non meritare la fiducia del Cliente.
Le reazioni emotive hanno un elevato costo.
Una corretta diversificazione e stima del rischio sono due driver importanti, ma non sono tuttavia sufficienti, poichè il profilo delle asset class e del portafoglio cambia nel tempo.
Nelle fasi di ottimismo(euforia) la volatilità scende, invece nella fasi di pessimismo(panico) la volatilità sale.
La compressione dei tassi di interesse implica l’assunzione di maggiori rischi per il raggiungimento degli obiettivi finanziari.
Ad esempio in questo momento storico vi sono molti Paesi che hanno tassi negativi (Bund a 10 anni -0,32!), difatti non sempre la diversificazione bond/equity funziona, alcune volte vi è una correlazione, come è avvenuto nell’ultimo trimestre del 2018, quando sono scesi contestualmente bond e equity. Attraverso la scomposizione in fattori di rischio si perviene alla maggiore chiarezza del rischio totale di portafoglio. Le correlazioni tra i fattori di rischio sono piu’ basse e piu’ stabili alle correlazioni tra le asset class. Fra i rischi ricordo quello relativo alla crescita economica, all’inflazione, al rischio credito, ai tassi reali, alle commodity ed ai cambiamenti normativi. Il Var del portafoglio è una misura sintetica del rischio che misura la massima perdita potenziale che il portafoglio può registrare in condizioni normali di mercato, in un determinato orizzonte temporale. E’ importante sapere che lo stesso portafoglio all’aumentare della volatilità aumenta il rischio di probabilità degli eventi estremi, rispetto invece ad una volatilità contenuta.
In sintesi un portafoglio adeguatamente diversificato è una buona base di partenza, ma è comunque vulnerabile all’asimmetria delle correlazioni ed ai rischi di «coda» generati dalla transizione ai regimi di alta volatilità.
ll rischio di portafoglio maggiore è nella fase di transizione dal regime di bassa volatilità al regime di alta volatilità.
Il controllo del rischio assoluto di portafoglio e la ricerca di «rendimento» implica che i temi socio-ambientali non possono essere più ignorati, perché l’obiettivo di conservare e trasferire il potere d’acquisto del patrimonio nel tempo, implica conservare la qualità della vita, in quanto la compressione corrente e futura dei rendimenti è un’opportunità per arricchire l’utilità dell’investimento come rendimento + sostenibilità, piuttosto che «compensare» investendo in strumenti/strategie particolarmente sensibili a fronte di eventi sistemici. Nel prossimo articolo ne parlerò più diffusamente in quanto lo dedicherò alla finanza sostenibile.
E adesso?
E' giunto il momento di pensare al tuo portafoglio.